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IMAGINIBUS , CONTEMPORARY ART

WHEN

from Nov 12, 2019 hours 18:00 to Nov 17, 2019 hours 19:00

WHERE

ORATORIO DELLA PASSIONE -BASILICA S.AMBROGIO Piazza Sant'Ambrogio,23 20123 Milano MI, Italy

DESCRIPTION

JELMONI STUDIO GALLERY Milano | Londra | Berlino

I M A G I N I B U S ORATORIO DELLA PASSIONE - BASILICA S. AMBROGIO - MILANO MOSTRA EVENTO DAL 12 AL 17 NOVEMBRE 2019 opening 12 November hours 6pm

La mostra ha l’obiettivo di procedere a un’indagine problematica, per campioni di particolare valenza esemplare, intorno al ritratto nell’arte di oggi, mettendo a fuoco i temi nodali della rappresentazione visuale del sé e dell’altro, della relazione ermeneutica che s’instaura tra realtà, raffigurazione e percezione, tra oggetto e soggetto (che dipinge e che guarda), tra resa dell’apparenza, che rende riconoscibile il ritrattato, e sforzo di restituzione di ciò che non è direttamente disponibile allo sguardo. Questioni teoriche che si situano non solo alle radici del genere dal punto di vista storico e funzionale, ma anche, risalendo dal particolare all’universale, ai suoi fondamenti antropologici e alla sua sostanza ontologica.

Nell’era contemporanea il ritratto ha assunto un altro ruolo, non esistono solo i ritrattisti che mirano alla riproduzione fedele della fisionomia umana, il ritratto diventa un atto più profondo. I problemi della società contemporanea hanno influenzato il modo in cui vengono realizzati i ritratti, motivo per cui spesso ci si trova di fronte a opere, specialmente pittoriche, in cui la fisionomia è trasformata e l’essere umano rappresentato non è facilmente riconoscibile come nei secoli passati, la riproduzione dei volti non è più fedele alla realtà, si pensi ad esempio alle creazioni pittoriche di Jenny Saville, ciò che diventa fondamentale è far emergere l’interiorità del soggetto ritratto, con le proprie gioie, con le proprie ansie e fobie, emozioni che nascono dall’influenza che ha la storia attuale sull’essere umano. La psicoanalisi, la violenza della guerra, la distruzione dell’identità provocata nei campi di concentramento dai nazisti, la diffusione della fotografia e lo sviluppo dell’astrazione sono gli elementi in virtù dei quali già dalla fine del XIX secolo si è giunti alla nascita di un mondo in cui i volti raffigurati, intesi in senso tradizionale, non esistono più.

E la tecnologia con gli sviluppi a essa collegati? Il mondo digitale ha influenzato lo sviluppo del ritratto? Non bisogna dimenticare come fin da bambini c’è la tendenza di fissare il proprio aspetto o quello di un’altra persona per dimostrarne l’esistenza, infatti attuare la composizione di un ritratto significa che l’essere umano sente il bisogno di dimostrare la propria presenza su questo pianeta. Questo aspetto è ben evidente in una tendenza quasi ossessiva che ha preso piede negli ultimi anni, ovvero la moda dei selfie, una vera e propria mania in cui l’individuo tende a immortalare la propria immagine in qualsiasi momento e luogo, un autoritratto fotografico in cui si ha la volontà di esternare al pubblico del web lo stato d’animo che lega un individuo a un gesto, a un luogo o a un evento. Non sono solo le emozioni a emergere, è l’apparir belli e alla moda che deve comparire in questi autoritratti contemporanei, testimonianza del modo di essere, degli interessi della società attuale.

Storia, società, psicologia e sviluppo tecnologico sono i tre elementi che influenzano il modo in cui l’artista si cimenta con il ritratto, ma non bisogna dimenticare che anche la parodia è molto amata dagli artisti contemporanei, motivo per cui sul web circolano immagini rappresentanti ritratti realizzati nei secoli passati i cui soggetti sono intenti a scattarsi dei selfie.

LOCATION - “ORATORIO DELLA PASSIONE" BASILICA S. AMBROGIO MILANO

ARTIST

PAOLA COLOMBO, PAOLINA PONZELLINI, LUDOVICA CHAMOIS, GIANFRANCO ANGIONI, PINO CHIMENTI, STEFANO ROBIGLIO, ELEONORA SCARAMELLA, ELISABETTA MARIANI, ROSALBA MURA, ROBERTO MARRANI, FRANCESCO LOLIVA, LIUBOV FRIDMAN, GUANZHONG GE, DANNY JOHANANOFF, JOHN KINGERLEE, SAL PONCE ENRILE, CARLOS E.PORRAS M., GABRIELA SEGURA, EMANUEL SHLOMO ,MARK STAPELFELDT, HIROSHI WADA, DAVID WHITFIELD, JUDY LANGE, MARIA SCOTTI

ACTIVISM -VIDEO ART PROJECTION-ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA MILANO

Progetto a cura di Jelmoni Studio Gallery. Assistenti galleria: Marcella Viale, Lorenzo Fortunati, Staff tecnico: Rodolfo Santini, Mirella Pende, Katia Dossena, Backstage: Lucrezia Cambilargiu,

Jelmoni Studio Gallery Milan, Berlin, London

ARTIST'S PROFILES , CONTEMPORARY ART ITINERARIES volume

Eleonora Scaramella was born in Lecco in 1975. She lives and works in Delebio, near the Italian city of Sondrio. After an initial artistic education, she graduated from Academy of Fine Arts of Brera. Her artistic production is created in the spirit of eclecticism, moving from the use of collage of different materials to the use of watercolours, from oil painting to acrylic colours. Her works have been displayed in several group and individual exhibitions in Italy (Sondrio, Aosta, Genoa, Milan).

Technically, the use of collage has the particular attribute to reevaluate the idea that colour and matter can be symbiotic. It is up to the artist, then to dose its use at his needs, to define their appeal by a choice among different materials, searching among shreds of tissue and brush strokes of colours, as it happens usually in contemporary art and popular from the arrival of Alberto Burri. But Burri does not always "rule", not even as a result for his substantial similarity that in Scaramella's works omits completely any potential similarity with his famous sacks-cloths. Certainly, objective facts have a say and should have a separate discussion reserved for them. But, much more important is the fact that Scaramella herself prevented her shreds of tissue from being part of a form of expressionism typical of Burri. Therefore they may be torn apart, or frayed or burnt, used as they are or soaked with colour, but each shred and each one of its meanings, will always be at the service of a three-dimensional colour field which does not have to add an external narrative passionate nature to the one of a lively relationship between colours and matter. Moreover, this relationship is analyzed as a sort of quick digression about the anamorphic and figurative features typical of abstract expressionism. In the artist's latest works, the result of a continuity without forced repetition is evident. Still the colour, integrated with full rights in a discourse aiming to undermine the processes of formal fragmentation, those processes that, throughout the years, conferred to her painting a bordering position between abstract expression and forma impression. What the collage -and the mixed technique- expresses is maintained in the constructive motivation of the acrylic colour fields that are intentionally versatile (the more or the little saturated) but are maintained also in an abstractive preference which kept the meaning of the almost incidental figuration, confirming once again the imperative command of a chromatic solicitation perfectly combined with the emotional expression.

Flavia Motolese, 2016

COINCIDENZE AL QUADRATO

IN MOSTRA GLI ARTISTI SCARAMELLA E MERA. DIPINTI E SCULTURE SONO LA TESTIMONIANZA DI UN LUNGO PERCORSO DI RICERCA.

Non sono scelti (quasi) mai a caso i nomi delle mostre e delle opere allestite. Così anche per l'esposizione visitabile a palazzo Fop­poli a Tirano: "Coincidenze al quadrato". La prima di queste coincidenze è quella dei due artisti Raffaele Menonna (in arte Mera) èd Eleonora -Scaramella che, in occasione di Scar­tapettiArte, si incontrano e conoscono. Si apprez­zano l'un l'altro, sono accomunati da questo desi­derio di proporre la propria arte, ma poi quasi qua­si di far fatica quando qualcuno ne vorrebbe una parte per sé (e, tutto sommato, il mestiere-passio­ne d'artista impone quasi sempre anche una ces­sione del quadro ... ). Entrambi maturano il deside­rio di esporre e così ecco la coincidenza che li vede farlo insieme. Ora a Tirano. E poi c'è la coincidenza più curiosa delle finali dei propri nomi (Mera- Ele­onora), un omoteleuto che unisce nomi e pensie­ro. Perciò "Coincidenze al quadrato", dove la mo­stra enfatizza "al quadrato" le opere di entrambi. Come pure quadrata è la locandina che accompa­gna l'esposizione.

Poetica leggerezza

Detto questo, entriamo a palazzo Foppoli per am­mirare i dipinti di Scaramella e le sculture di Mera. Il chiostro accoglie i nuovi lavori di Mera, in cui so­no evidenti i passaggi della sua maturità artistica Lo ritroviamo ancora con la sua poetica leggerezza Con l'aggiunta delle sospensioni e del movimento. Il segno si materializza diventando tridimensio­nale. Forme sottili ed eleganti che sorprendono chi le guarda "Pesce (quel che rimane)" e "Pesce fuor d'acqua", "Due ragazzi a cavallo", "Tre uccelli sul palo di vigna", "Danzare come volare" accolgo­no il visitatore. Insieme a "Valtellinesi" dedicato ai contadini e alla terra Il palo di una vigna dipinto del colore della lavanda (nessun riferimento sacro, precisa Mera che mostra qui la conquista del colo­re che ha richiesto anni e riflessioni) sostiene tre zappe, «omaggio alle vecchie generazioni- spiega lo culture - e monito per le nuove». Nelle due sale interne del palazzo i lavori si alternano e si mescolano con armonia. Scaramella dà un saggio della sua ricerca partendo dalla figura umana stilizzata e da ultimo il paesaggio dalla forma astratta con effetti di luce e ombra, accostamenti di materiali industriali e colori acrilici in cui domina un bagliore dalle tonalità neutre.

Trasmettono delicatezza e testimoniano una raf­finatezza del segno il ciclo dedicato alle stagioni con "Autumn" e "Spring", oppure ''Trees and sea", "Ombre", "Skyline". <<A 'Tirano ho portato i nuovi lavori realizzati con colori acrilici - spiega Scara­mella -, a tratti stesi come fossero acquerelli. Sono riuscita ad ottenere questo risultato che rispec­chia la fase che sto vivendo a livello esistenziale». Appoggiati al camino ''Ritagli'' cobalto o arancio con in mezzo la ''Danza dell'amore" di Mera (realizzata con falci, mannaie, denti di falciatrice, oc­chiello della porta e il timone di un antico carret­to). Interessanti le opere di Eleonora dal titolo ''Pensatore'' e "In attesa" che hanno come sogget­to la figura umana, ma dove Scaramella ha apposto inserti di iuta Nella sala più grande fanno capolino la serie di ''Reflection on food" con sfondo verde, ancora "Trees" alberi, ''Novembre'', mentre brilla alla parete "MT 45" in cui i colori acrilici dai toni neutri si mescolano con filo di spago e polvere di ferro. Il perchè di questo nome lo spiega l'artista: «Semplicemente perchè sono 45 i metri di spago che ho usato per la tela».

Le novità

La novità delle sospensioni di Mera si ritrova nella nuova opera (quelle esposte sono quasi tutte del 2015) "Come quando spunta un fiore a primavera", che rappresenta una fanciulla (realizzata con una sega) che sta sbocciando proprio come un fio­re, "Volteggio passionale" con due persone che stanno ballando e - davvero notevole per efficacia di messaggio e tecnica realizzativa - "Si fa sera" che racconta l'esistenza umana che si avvicina alla fi­ne. Simpatiche ''Le vanitose" costruite con chiavi, rotella (quella per tagliare i ravioli) e tenaglie; evo­cativa "Coppia sdraiata" che rimanda al famoso sarcofago etrusco con i due sposi. «Ho avuto occasione di esporre nel corso dell'esta­te, ma sentivo il bisogno di portare tutto quanto ho realizzato quest'anno e di farlo conoscere - dice Mera -, Sono felice di questa "coincidenza al quadrato"». Come lo è Eleonora Scaramella: <<A Scar­patetti io e Raffaele eravamo vicini di stand e ci siamo resi conto che le nostre opere potevano dialo­gare».

CLARA CASTOLDI

La Provincia SONDRIO, 2015

OMBRE DI REALTÀ

mostra personale di Eleonora Scaramella

a cura di Flavia Motolese

Genova, SATURAart gallery

S’inaugura sabato 8 novembre 2014 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Ombre di realtà” di Eleonora Scaramella a cura di Flavia Motolese.La mostra resterà aperta fino al 19 novembre 2014 con orario 15:30 – 19:00 dal martedì al sabato.

Eleonora Scaramella dipinge una realtà inaspettata, in continuo movimento, solo abbozzata dai bagliori di luce che passano nel nostro campo visivo, incidono la retina e lasciano impressioni fugaci anche dopo che l’oggetto è sparito dal campo visivo. Ritrovando il gusto semplice per la composizione, lo spettatore è quindi invitato a svelare la dinamica delle simmetrie nascoste, laddove sono le macchie di luce giustapposte a suggerire il senso dei contorni pezzati, liquidi, frastagliati. È come se la rigida precisione di Escher si scontrasse con l’estetica futurista: il risultato è un sorprendente insieme di linguaggi e materiali, asperità e morbidezze che, ingannando la certezza dello sguardo, restituiscono una visione generale. La coscienza è in grado di registrare soltanto le presenze mutevoli che ci colpiscono, inserendole nelle categorie base, senza riuscire a cogliere i dettagli specifici. Ed è grazie a questo processo di semplificazione estrema che gli elementi naturali del paesaggio rientrano nello stesso ordine di grandezza delle figure umane, che perdono ogni connotazione personale per diventare linee uniformate all’interno di una partitura, espressione del rapporto tra segno e suono, ma anche denuncia di una società che riduce l’individuo a ombra camminante tra le ombre. È una pittura al contempo nervosa e riflessiva, in cui le irregolarità casuali s’incontrano fino a formare una sorta di geometria segreta, un nuovo codice decifrabile solo a tratti, per segmenti. Qui il verde intenso dei pioppi di Monet si è ulteriormente sgranato, addolcendosi e confondendo la nuda ripetizione. Sono panorami onirici, simili a quelli che si vedono nella prima fase del risveglio, quando il mondo penetra oltre le palpebre ancora socchiuse. In questo brevissimo istante, ogni interpretazione è possibile perché il soggetto pensante si cala nell’universo, ma ne resta temporaneamente separato mentre lo spazio ontologico acquisisce progressivamente le sue strutture.

Testo critico di Elena Colombo, 2014

Autore: Mario Napoli